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30. 11. 2023

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Assemblaggio e disassemblaggio dei mobili

Progettare un mobile comporta il dover prendere delle decisioni di trade-off. Il prodotto può essere pensato per poter essere assemblato e disassemblato più volte durante il tempo di vita atteso oppure può essere progettato per durare il più a lungo possibile senza prevedere la possibilità del dis/ri-assemblaggio. Ciò non vuol dire che il secondo sia meno circolare del primo, vi è il bisogno di una valutazione completa secondo i differenti aspetti della circolarità.
 
In questo contesto, la nuova norma volontaria EN 17902 si pone l’obiettivo di supportare i produttori di mobili nell’allineare i propri prodotti agli schemi di sviluppo circolari. Questo perché permette lo sviluppo di prodotti più durevoli e l’estensione del tempo di vita del bene, mantenendone il valore all’interno dell’economia il più a lungo possibile. Attraverso le azioni di assemblaggio e disassemblaggio si rendono possibili infatti il riuso, la riparazione, la ri-manifattura e il riciclo (solo per citarne alcuni).
 
Considerando la durabilità come caratteristica centrale per reputare un mobile sostenibile, la valutazione della facilità o meno di assemblaggio o disassemblaggio viene fatta attraverso parti prioritarie. Queste sono le parti del mobile che per funzione o estetica possono impedire il suo utilizzo per un tempo prolungato. Le parti prioritarie per funzione sono ad esempio le ante di un mobile contenitore o i braccioli regolabili di una sedia. La rottura o malfunzionamento di una di queste parti induce l’acquirente alla sostituzione del prodotto. Accanto alla mera funzionalità pratica vi è anche l’aspetto visivo del prodotto per questo vengono considerate come parti prioritarie tutte le superfici visibili del mobile, il cui deterioramento potrebbe portare alla sostituzione.
 
 
La facilità di assemblaggio e disassemblaggio non distruttivo delle parti prioritarie viene valutata attraverso dei criteri. Questi tengono conto del contenuto e disponibilità delle istruzioni, del numero e delle abilità richieste degli operatori, del numero e diversità degli strumenti necessari, del tipo di connettori utilizzati nel mobile e del loro possibile riuso, il numero di step necessari all’assemblaggio o disassemblaggio per ogni parte prioritaria e se vi è la necessità di un ambiente di lavoro particolare. Tutti i criteri sono suddivisi in livelli, dalla Classe A preferibile fino alla Classe C (o D in alcuni casi). Tale suddivisione può aiutare i produttori a capire qual è il proprio stato dell’arte.
Quali i punti di forza del prodotto? Quali di debolezza? Quali possono essere i rimedi per concorrere nella progettazione di prodotti sempre più circolari?
 
L’obiettivo finale è quindi quello di fornire uno strumento pratico ai produttori di mobili d’arredo ai fini di una progettazione circolare, in modo che il settore si trovi pronto ad accogliere le nuove sfide dei regolamenti e direttive europee di sostenibilità del prodotto di prossima pubblicazione.
 
Per informazioni:
Matilde Ceschia
0432 747241
ceschia@catas.com

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