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30. 06. 2023

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Chi ha paura dei diisocianati?

Prendiamo spunto dai recenti provvedimenti europei sui diisocianati, che da quest’anno avranno delle importanti ricadute anche nel settore del legno e dell’arredo, per ricordare brevemente che cosa sono queste sostanze, dove si trovano e quali sono i potenziali rischi che le accompagnano.
 
Che cosa sono i diisocianati e a cosa servono?
I diisocianati sono un particolare gruppo di sostanze chimiche caratterizzate da un’elevata reattività ovvero dalla facilità di reagire con altre sostanze per generare nuovi composti.
La reattività dei diisocianati è in realtà doppia (il prefisso “di” indica proprio questa loro duplice funzionalità).
In questo modo una molecola di diisocianato può quindi legarsi contemporaneamente a due molecole di altre sostanze per generare aggregati molecolari che possono diventare molto grandi e complessi quando la reattività delle altre sostanze con cui reagisce è anch’essa doppia o superiore.
I più comuni diisocianati sono il toluene diisocianato (TDI), il metilene bisfenil isocianato (MDI) e l'esametilendiisocianato (HDI) che sono ampiamente utilizzati soprattutto nella produzione di derivati poliuretanici quali: schiume espanse, materie plastiche, adesivi, vernici e primer per varie applicazioni.
In realtà molti di questi materiali sono stati sì realizzati con i diisocianati come ingredienti di base, ma il prodotto finale, ovvero l’adesivo, la vernice, eccetera, non ne contiene più, dato che queste specie hanno reagito completamente con le altre sostanze che sono state impiegate per produrli.
Ci sono però delle eccezioni che riguardano specificatamente alcuni prodotti che mantengono la loro reattività chimica quando vengono utilizzati e parliamo in particolare di alcune tipologie di induritori per vernici e per adesivi (spesso chiamati catalizzatori), degli adesivi poliuretanici termofusibili impiegati nella bordatura o nel rivestimento, degli adesivi monocomponenti poliuretanici per il settore della posa del parquet e di alcune tipologie di primer a volte classificati come igroindurenti.
Stante la loro elevata reattività chimica, i diisocianati liberi sono da sempre sotto l’attenzione degli enti che si occupano di igiene del lavoro per gli effetti negativi che essi possono determinare quando penetrano all’interno dell’organismo umano.

Ma quali sono questi effetti?

Cosa stabilisce la recente restrizione europea in vigore dal 24 agosto di quest'anno?


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Per informazioni:
Franco Bulian
+039 0432 747231
bulian@catas.com

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