La nuova direttiva europea si applica alla riparazione dei beni acquistati dai consumatori in caso di difetto del bene che si verifica al di fuori della responsabilità del venditore.
Al momento la direttiva include all’interno del campo di applicazione
piccoli e grandi elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie, display elettronici e telefoni ma la Commissione Europea si è data la possibilità di
ampliare questa lista attraverso Atti Delegati.
La direttiva nasce per
incentivare i consumatori
alla riparazione o rigenerazione di un prodotto invece che l’acquisto di uno nuovo. Prima di far eseguire la riparazione, il consumatore potrà richiedere al produttore o altro soggetto riparatore il
modulo europeo di informazioni sulla riparazione. Questo documento dovrà contenere almeno le seguenti informazioni che non potranno essere modificate per un tempo di 30 giorni:
- identità del riparatore (il produttore è infatti obbligato a rendere disponibile un servizio di riparazione, ma questo può essere eseguito anche da terza parte indicata dal produttore stesso)
- indirizzo e contatti del riparatore
- il bene da riparare e la natura del difetto/ tipologia di riparazione proposta
- il prezzo o comunque una stima di quello che potrebbe essere il prezzo massimo del servizio
- il tempo stimato per la riparazione
- disponibilità di beni sostitutivi temporanei
- il luogo in cui il consumatore consegna il bene per la riparazione
- nel caso, la disponibilità di servizi accessori come la rimozione o il trasporto.
In questo modo il consumatore potrà, sulla base di tali informazioni, scegliere a quale riparatore rivolgersi e il riparatore avrà fatto fronte agli obblighi di informazione a suo carico come da direttive 2011/83/UE e 2006/123/UE.
Il produttore, come già sottolineato, avrà l’
obbligo di provvedere, su richiesta del consumatore,
alla riparazione del bene a meno che questa sia impossibile. Qualora non vi sia alcun produttore su suolo Europeo l’obbligo ricadrà sul mandatario, importatore o distributore.
Il produttore avrà, inoltre, il
divieto della progettazione con
obsolescenza programmata del bene e l’obbligo di mantenimento delle
parti di ricambio (a meno che queste non siano facilmente rintracciabili sul mercato) per almeno il tempo di vita atteso del prodotto immesso sul mercato.
Infine, la direttiva prevede la creazione di una
piattaforma online nazionale per il servizio di riparazione. Tale piattaforma dovrà contenere informazioni riguardo ai riparatori (informazioni di contatto, servizi di riparazione proposti) e offrire la possibilità di scaricare direttamente il modulo europeo di riparazione per un determinato servizio e operatore. In tal modo il consumatore potrà informarsi circa le attività di riparazione presenti sul territorio o ricercare uno specifico servizio di riparazione a seconda delle necessità. Per i riparatori, venditori di beni soggetti a ricondizionamento e gli acquirenti di beni difettosi a fine ricondizionamento, la registrazione su tale piattaforma sarà volontaria; per i consumatori l’uso della piattaforma online sarà gratuito.
Per informazioni:Matilde Ceschia
0432 747241
ceschia@catas.com