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28. 03. 2019

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Gli acquisti verdi, i CAM, le certificazioni, l’economia circolare e l’anno che verrà.

Gli Acquisti Verdi o GPP (Green Public Procurement) sono stati definiti dalla Commissione europea come l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita.

Gli appalti pubblici da soli rappresentano il 20% del PIL dell’Unione europea.

In Italia, con l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi nel codice degli appalti pubblici molti degli sforzi fatti finora per migliorare le prestazioni ambientali possono trovare ora gratificazione in una legge, la prima in tutto il territorio comunitario, che è un esempio di applicazione del modello di economia circolare.
 
L’Italia, prima nazione in questo scenario, già dieci anni fa ha approvato il “Piano d‘azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” ed oggi, grazie al codice dei contratti pubblici DLgs 50/2016 e 56/2017, è l’unico stato europeo ad avere reso obbligatori i Criteri Minimi Ambientali CAM. Purtroppo però non è sempre detto che dall’introduzione di un obbligo corrispondano strumenti e procedure adeguate. Rispetto all’introduzione obbligatoria dei CAM si scontano infatti alcune difficoltà che riguardano tutti i soggetti coinvolti.
Le stazioni appaltanti, che devono essere messe in grado di comprendere e verificare le attestazioni prodotte in sede di gara e le imprese che, senza alcuna “soglia di ingresso”, devono affrontare una normativa tecnicamente complessa e produrre una adeguata documentazione.
Si sconta poi una difficoltà nell’attestazione dei requisiti richiesti: per alcuni prodotti infatti, come nel caso della carta per copia e grafica, viene riconosciuta la conformità dell’etichetta Ecolabel, mentre per altri, come nel caso del legno arredo normato dal decreto ministeriale 11.01.2017, ciò non avviene.

Nel settore del legno arredo infatti, l’attenzione alla salubrità di ogni componente utilizzato, all’impiego di materiale proveniente dal recupero di rifiuti, viaggia di pari passo con l’attenzione alle prestazioni complessive del prodotto finito. Dal nostro osservatorio notiamo il successo con cui le certificazioni, ad esempio CARB EPA così come le altre certificazioni volontarie, cessano di essere una informazione orizzontale tra produttori di parti/semilavorati e diventano parte fondamentale dell’arredo finito e patrimonio trasversale delle aziende.
Nonostante la pubblicazione della rubrica delle FAQ sul sito internet del Ministero dell’Ambiente e del Territorio, l’applicazione dei CAM agli arredi richiede molta attenzione e dimestichezza con la norma.

Di questo di tratterà nel corso del seminario che organizzato nella nostra sede il 18 aprile 2019.