La Commissione Europea dal 2003 ha progressivamente aumentato la propria attenzione verso gli
Acquisti Pubblici Verdi o GPP (Green Public Procurement).I
GPP rappresentano l’approccio di base con il quale Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta di prodotti che hanno minore impatto sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita.
Nell’ambito della politica Integrata di Prodotto IPP, la Commissione europea nel 2003 invitava gli Stati Membri ad adottare dei Piani d’azione nazionale.
L’Italia ha accolto quest’indicazione con la
Legge n. 296/2006 e di concerto con i Ministri dell’Economia, delle Finanze e dello Sviluppo Economico, ha adottato il “Piano d’Azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (PAN GPP)”.
Il PAN GPP prevede che il Ministero dell’Ambiente definisca per categorie merceologiche, compresi mobili e arredi, i “Criteri Ambientali Minimi” (CAM), i quali rappresentano il punto di riferimento a livello nazionale in materia di acquisti pubblici verdi e che potranno essere utilizzati dalle stazioni appaltanti, per consentire al Piano d’azione sul Green Public Procurement di massimizzare i benefici ambientali ed economici.
Con il
nuovo Codice appalti (D.lgs 50/2016), e con le modifiche apportate successivamente con il Correttivo del Codice appalti (D.lgs. 56/2017), il GPP non è più uno strumento volontario ma è diventato obbligatorio. Infatti, l’art. 34 ha introdotto l’obbligo di applicazione, per l’intero valore dell’importo della gara, delle “specifiche tecniche” e delle “clausole contrattuali”, contenute nei criteri ambientali minimi (CAM), “per gli affidamenti di qualunque importo”.
Con il
Decreto 11 Gennaio 2017 è stato emanato un nuovo documento tecnico per il settore degli arredi che contiene i “criteri ambientali minimi” per servizi di fornitura pubblici di arredi destinati a tutti gli usi (ad esempio: mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e sale lettura). I criteri ambientali possono essere “di base” o “premianti”, un appalto può essere considerato “sostenibile” se integra almeno tutti i criteri di base; tuttavia le stazioni appaltanti sono invitate a utilizzare anche i criteri premianti. Secondo le indicazioni della Commissione Europea allo scopo di fornire al mercato un segnale adeguato è opportuno che le stazioni appaltanti assegnino criteri premianti in misura non inferiore al 15% soprattutto nei casi in cui l’appalto sia aggiudicato con la forma dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Inoltre, al fine di agevolare l’attività di verifica sia da parte del fornitore che delle stazioni appaltanti sulla conformità alle caratteristiche ambientali richieste, in calce ad ogni criterio, è indicata la “verifica” che riporta le informazioni e la documentazione da allegare in sede di partecipazione alla gara, metodi di prova richiesti, e le modalità per effettuare le verifiche in sede di esecuzione contrattuale.
Tenuto conto che gli acquisti della Pubblica Amministrazione nei Paesi dell’Unione Europea rappresentano circa il 19% del PIL (in Italia circa il 15%) è chiaro come il potere della domanda pubblica possa indirizzare il mercato su beni e servizi con minori impatti ambientali, divenendo così uno strumento di orientamento verso l’innovazione in un’ottica di sostenibilità, favorendo al contempo la diffusione delle certificazioni ambientali.
Per informazioni:Daniele Bergamasco
tel. 0432 747249
e-mail
bergamasco@catas.com