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18. 10. 2016

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Vernici, la normativa tecnica nel settore legno-arredo.

A partire dagli anni ’80 si è compreso che era indispensabile disporre di riferimenti normativi che servissero sia a misurare le prestazioni delle superfici verniciate sia a stabilire dei valori minimi condivisi e accettati per questi prodotti.
Il percorso non è stato facile e benché siano trascorsi alcuni decenni dall’inizio di queste attività nei tavoli di normazione nazionali e internazionali, il lavoro non può considerarsi certamente completo. In alcuni casi si può effettivamente osservare un panorama normativo oramai condiviso e ben strutturato, mentre in altri permangono delle resistenze nazionali che in qualche caso fanno riferimento anche ad alcune categorie produttive specifiche che vedono nelle norme un possibile ostacolo alla loro autonomia e creatività.

Considerate queste brevi premesse, queste note vogliono sinteticamente schematizzare quale sia attualmente la situazione normativa sulle vernici considerando ovviamente in primis il panorama normativo europeo ma prendendo in considerazione anche la normativa italiana che, come verrà illustrato di seguito, appare molto ricca su questa materia. Verranno qui considerati in successione tre diversi settori, ovvero quello del legno per esterni, delle superfici dei mobili e dei pavimenti.

Vernici per legno per esterni

Le vernici per legno per esterni (finestre, mobili da giardino, ecc.) sono considerate in modo specifico da un comitato eu-ropeo (il gruppo di lavoro 2 del comitato tecnico 139 del CEN) Ciò che è importante sottolineare è soprattutto l’esistenza della parte 2 della norma EN 927 che definisce quali siano i requisiti minimi che deve possedere una vernice destinata al legno per ambienti esterni per essere dichiarata “conforme” alla normativa europea. Si tratta in realtà di un ambito normativo volontario, ma la “conformità” ha un peso importante e spesso decisivo all’interno del mercato sia per le scelte operate dagli operatori del settore sia nel caso di eventuali pro-blematiche o contestazioni. Pur in presenza di questa norma che stabilisce appunto dei requisiti minimi condivisi in tutta Europa, permangono in quest’ambito alcuni schemi di certificazione nazionali che, in alcuni casi, sono molto ben strutturati e consolidati nei re-lativi territori. Il lavoro del CEN 139 sta portando quanto meno all’unificazione dei metodi di prova in modo tale da poter definire le proprietà di una vernice in modo univoco consentendo poi di confrontare agevolmente questi valori con i limiti presenti nei vari schemi di certificazione nazionale citati.

Superfici verniciate dei mobili domestici

In questo caso è attivo un gruppo di lavoro, il WG 7, all’interno del comitato tecnico TC 207 che si occupa di mobili. Questo gruppo tratta dunque le superfici dei mobili non distinguendo tuttavia quale sia il materiale di cui sono costituite (lami-nati, plastiche, vernici, ecc.).Il lavoro prodotto, anche in questo caso in molti anni di lavoro, è rappresentato da una serie di norme che servono a ca-ratterizzare le resistenze delle superfici dei mobili alle sollecitazioni derivanti dal loro uso quotidiano (graffi, macchie, ecc.). E’ stato anche prodotto un documento, il CEN/TS 16209 che classifica le superfici dei mobili in 5 classi dalla A, la più resistente, alla E, la meno resistente, ma senza indicare dei requisiti minimi. La mancanza di un documento europeo che stabilisca dei valori minimi accettabili per le superfici dei mobili deriva sia dalla difficoltà di stabilire dei valori attendibili, considerata la variabilità di materiali utilizzabili, sia dalle resistenze di alcuni paesi che già dispongono di normative ben consolidate sulle quali non c’è alcuna volontà di cambiamento.In Italia si è tuttavia avvertita l’esigenza di disporre di una norma riguardante soprattutto le superfici verniciate dei mo-bili ciò anche in considerazione di mutamenti del mercato relativamente recenti che hanno portato molte aziende ad adottare cicli di verniciatura a ridotto impatto ambientale. La mancanza di riferimenti sui quali basare le proprie scelte rappresentava un problema particolarmente sentito per molte aziende.Per questo motivo per effetto dapprima dei lavori dell’UNICHIM, l’ente normatore che raccoglie le aziende chimiche ita-liane e successivamente dell’UNI, è stata pubblicata una norma (la UNI 112016) che riguarda proprio la definizione dei requisiti minimi per le superfici verniciate dei mobili domestici.Nel corso dell’elaborazione della norma, si è proceduto suddividendo innanzitutto gli ambienti domestici in tre categorie: cucina, bagno e soggiorni/camere. Per ogni ambiente sono stati poi definiti dei requisiti differenti per le superfici orizzon-tali e verticali ipotizzando che le prime siano evidentemente molto più sollecitate delle seconde. Le prove prese in consi-derazione sono quelle che derivano dai lavori del WG7 del CEN/TC 207 ma sono stati anche aggiunti dei metodi italiani, come la resistenza allo sporco e la resistenza agli sbalzi termici. La seguente tabella riporta comunque tutta la lista dei metodi previsti dalla norma UNI 11216, rimandando a questo documento i requisiti stabiliti per ciascuna destinazione d’uso finale....

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