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25. 06. 2018

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UNI EN 1116:2018 Dimensioni di coordinamento per i mobili per cucina apparecchiature per cucina

Sin dai tempi in cui fu introdotto il concetto di “cucina componibile” questo importante spazio è stato riempito di un connubio fondamentale tra l’aspetto “mobile”, con contenuti estetici molto importanti e l’aspetto “elettrodomestico” dai conosciuti contenuti di utilità nello svolgimento delle attività tipiche della cucina.

Questo importante legame tra due mondi (arredo ed elettrodomestici) ha svolto nei decenni una funzione indispensabile in una attività delle persone che è assimilabile a quella lavorativa. E questa importanza fondamentale si è mantenuta nel tempo nonostante i modelli sociologici della famiglia siano cambiati radicalmente dagli anni 60 ad oggi. Anche oggi, nonostante l’utilizzo quasi esclusivamente nei tre pasti la cucina rimane un ambito in cui l’attenzione alla sua particolarità e complessità è sempre stata alta e continua ad essere un “oggetto” sotto stretta osservazione da parte della normazione tecnica.

E’ quindi facilmente comprensibile come sia stato importante, trovare un accordo tecnico e definirlo in una norma, tra il mondo dell’arredo e quello degli elettrodomestici. L’elettrodomestico deve potersi sistemare nel mobile ed il mobile deve poterlo alloggiare. Ragionamento semplice ma che ha coinvolto in un confronto complesso due mondi industriali molto diversi in dimensioni ed approccio. (continua)

Per informazioni:
Andrea Giavon
+39 0432 747230
giavon@catas.com

La prima versione della norma di cui parleremo in questo articolo è del 1995 e la versione attuale è ormai la terza revisione, a dimostrazione del processo industriale e storico che ha interessato questo argomento e questo prodotto. Esaminiamo ora i contenuti di questa norma cercando di fare luce sui punti che la rendono un documento importante per l’industria del mobile da cucina. LA NORMA EN 1116 La norma definisce e specifica le dimensioni di coordinamento per i mobili per cucina, piani di lavoro, (e pannelli a incasso, frontalini mobili e pannelli decorativi) nonché per elettrodomestici da cucina, e ulteriori elementi quali ad esempio i lavabi. Questo scopo è raggiunto definendo le dimensioni per l’altezza, la larghezza, la profondità e lo spazio per integrare gli elettrodomestici nei mobili da cucina. Risulta anche comprensibile e facilmente intuibile che questa norma non si applica alle cucine utilizzate nei servizi alla ristorazione. Questi infatti utilizzano elettrodomestici e apparecchiature appositamente pensate e progettate e general - mente non includono arredi. Nella lettura della norma incontriamo un punto che ritengo estremamente interessante che riguarda i termini e le relative definizioni. Queste oltre che ad essere funzionali alla norma forniscono anche un utile vocabolario, che se anche debita - mente tradotto nella nostra lingua, permette una uniformità di linguaggio oggi più che mai necessaria.

Le altezze previste per il piano di lavoro ad altezza fissa sono le seguenti: 850 0 +50 mm 900 0 +50 mm 950 0 +50 mm
Le tre misure permettono quindi di adattarle alla popolazione di utenti prevista. Ovviamente questo requisito dimensionale non si applica qualora il piano di lavoro sia regolabile in altezza da parte dell’utente. Analogamente anche per le persone con disabilità possono avere bisogno di dimensioni diverse da queste. In conseguenza dei valori di altezza del piano di lavoro l’altezza della rientranza per gli elettrodomestici da incasso dovranno essere: min. 820 mm min. 870 mm min. 920 mm
Alternativamente è possibile adottare la soluzione regolabile. La norma definisce anche la distanza tra piastra di cottura e cappa aspirante senza dare un valore di riferimento ma rimandando il valore ai produttori della piastra di cottura e della cappa aspirante. Ampia e articolata la tabella che definisce le altezze delle aperture per l’alloggiamento degli elettrodomestici (per es. lavastoviglie, forni, frigoriferi et al.) in funzione delle possibili larghezze nominali (450, 500, 600 e 900 mm) del mobile (basi).
Le possibilità sono molte con una distinzione tra dimensioni preferite (in prima e seconda battuta) e non raccomandate. Per quanto riguarda le altezze, degna di nota è il valore minimo tra superficie di lavoro e il pensile (lato esterno del fondo) che è di 450 mm. Come nelle versioni precedenti, la norma da un valore minimo di 80 mm per quanto riguarda l’altezza dello zoccolo delle basi.

Questo valore è a salvaguardia delle operazioni di pulizia, mentre nel caso di basi mobili verticalmente si rimanda alla norma sulla sicurezza EN 14749: 2016 (minimo 100 mm). Anche le profondità dei piani di lavoro sono oggetto di valori numerici raccomandati (minimo 600 mm) che sono in relazione alla profondità degli elettrodomestici. Interessante notare anche come per i pensili siano contemplate sia una profondità minima (310 mm) che una massima (400 mm). Il valore minimo per permettere l’usabilità (piatti etc.) il valore massimo (in relazione alla profondità di 600 mm) per motivi di ingombro sterico e accessibilità da parte dell’utente. Infine anche le larghezze delle rientranze per l’alloggiamento degli elettrodomestici sono dotate di requisiti dimensionali. Tali requisiti sono diversi e illustrati in due tabelle diverse in funzione dei seguenti casi:
• apparecchi da incasso con larghezza pari alla dimensione nominale esterna del mobile (base);
• apparecchi da incasso larghezza pari alla dimensione interna del mobile (base) Nel primo caso le larghezze nominali della rientranza previste sono 450 e 600 mm (corrispondente ai due moduli di elettrodomestici da incasso, più frequente il secondo).

Nel secondo caso i valori previsti della larghezza nominale del mobile sono invece 450, 500,600 e 900 mm. In questo caso la larghezza minima della rientranza è ovviamente minore in quanto deve tenere conto dei due fianchi del mobile. La norma richiama l’attenzione anche allo spazio necessario per l’alloggiamento della ferramenta. Spero di essere riuscito nell’intento di illustrare la norma e di aver focalizzato i vari aspetti interessanti che essa contiene. Comunque suggerisco caldamente una lettura paziente e attenta. L’interlocutore di questa norma è il produttore di cucine ma anche quelle aziende, diverse dai colossi degli elettrodomestici, che con idee brillanti e innovative si stanno spostando nel mondo dei prodotti al consumo proponendo soluzioni sempre più consumerfriendly .