A seguito della riunione dell’ISO TC 136 di Copenaghen di giugno 2016, si è tenuto nel successivo mese di novembre, negli USA, il primo workshop che ha riguardato le prove sulle sedie previste nel documento di lavoro dedicato (WD 7173).
I lavori, ai quali hanno partecipato oltre trenta delegati da tutto il mondo, hanno permesso di approfondire molti degli aspetti presenti nel documento che definirà a livello mondiale quali dovranno essere le prove per determinare la resistenza meccanica di una sedia, come dovranno essere svolte, organizzate, raccolte, valutate.
Prima di passare al resoconto della riunione, facciamo un breve riassunto della storia di questo documento.
Nel lontano 1989 venne pubblicata la norma ISO 7173 riguardante i metodi di prova, i carichi e i cicli per provare le sedie. Dopo la costituzione del CEN TC207, nel 2000 venne quindi pubblicata la norma EN 1728 che nasce dalla ISO e si arricchisce di altri metodi e contempla anche le sedute multiple. Questa rimane per anni il riferimento per le norme di requisiti in ambito domestico e scolastico. Nel 2012 infine viene profondamente revisionata, diventando l’unico documento normativo di riferimento per le sedute di ogni ordine e grado, dai bambini fino all’ufficio e alle sedute per stadi e aeroporti. Nel 2015, quest’ultima versione della norma EN viene quindi proposta come documento in ambito ISO/DIS.
Dopo molte vicissitudini e mutue incomprensioni tra le due sponde dell’oceano atlantico (USA e i paesi Europei), alla fine per capire realmente di cosa si tratta, si decise di provare dal “vero” i vari metodi di prova elencati nel documento.
Per quanto riguarda la sede, la delegazione USA propose la sede del laboratorio Intertek di Grand Rapids (Michigan).
In preparazione alla riunione la delegazione italiana (CATAS nel merito) ha preparato una matrice in cui per ogni metodo di prova veniva elencato: lo scopo della prova, che cosa vuole riprodurre, l’applicabilità, le esperienze in campo e se i metodi riproducono quanto avviene in realtà.
Il lavoro è stato faticoso (quattro giorni in un laboratorio) sia per la materia che anche per il fatto che erano presenti 30 delegati. Inoltre alcune delle prove sono state attrezzate (per quanto riguarda le attrezzature) al momento, rendendo talvolta il lavoro e l’esame del metodo non propriamente fluido. Comunque alla fine del workshop tutte le prove sono state esaminate, anche con l’ausilio di alcuni video provenienti direttamente dalla sede di CATAS di San Giovanni al Natisone.