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31. 01. 2024

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Come ottenere informazioni utili sulla natura e sullo spessore dei rivestimenti?

Nelle precedenti newsletter si è già discusso riguardo alla prova di nebbia salina secondo UNI EN ISO 9227:2023 (per maggiori info, leggi qui) e alla prova di condensazione secondo EN ISO 6270-2:2018 (per maggiori info, leggi qui) e sulle loro applicazioni pratiche.
 
I metodi forniscono un’ottima indicazione sulla qualità dei rivestimenti e quanto questi mantengano la propria funzione in ambienti molto severi come quelli del test. L’applicazione della UNI EN ISO 9227:2023 e della EN ISO 6270-2:2018 sono quindi indicate per analizzare eventuali discontinuità, pori e danni al rivestimento che verosimilmente saranno i punti in cui la corrosione verrà innescata portando al degrado del manufatto.
 
A questo punto, nel caso di rivestimenti metallici, un controllo abbinato ai test che può fornire delle utili indicazioni sul rivestimento, sulla sua natura e sul suo spessore è l’analisi XRF (X-Ray Fluorescence) secondo la norma ISO 3497:2000.
 
Irraggiando il campione con dei raggi X ad alta energia e valutandone quantitativamente la radiazione di fluorescenza emessa (o assorbita) si può avere un dettagliato quadro di composizione di leghe metalliche, un’analisi sia qualitativa che quantitativa dei contenuti di metalli in campioni solidi e calcolo dello spessore di rivestimenti metallici.
 
L’ intensità della fluorescenza è funzione del numero atomico degli elementi e della loro quantità. In un campione rivestito, il layer superficiale, il layer intermedio (se presente) e il substrato genereranno delle fluorescenze caratteristiche. Un detector adatto può essere impostato per selezionare una o più specifiche bande di energia, rendendo lo strumento in grado di misurare lo spessore e/o la composizione di un rivestimento superficiale e di quelli sottostanti in maniera simultanea e pressoché immediata.
 
A titolo esemplificativo, al Catas è stata condotta un'analisi per discriminare due campioni verniciati esternamente identici. Mentre uno presentava diffusi segni di corrosione, l'altro no. Sebbene il test di nebbia salina fosse stato utile per discriminare i campioni, l'analisi XRF ha rivelato che il difetto non era dovuto solo al ciclo di verniciatura, ma anche alla mancanza di uno strato intermedio di zinco nel campione difettoso. È importante notare che la vernice stessa, non essendo metallica, è invisibile all'XRF e quindi non influenza le misurazioni.


In conclusione, sebbene i test di nebbia salina secondo UNI EN ISO 9227:2023 e la prova di condensazione secondo EN ISO 6270-2:2018 siano fondamentali per valutare la resistenza dei componenti metallici sia in ambienti interni che esterni, l'analisi XRF può fornire informazioni più dettagliate sull'oggetto in esame, integrando efficacemente le valutazioni tradizionali.







Cristian Dorigo

 
Per informazioni:         
Tommaso Pascolini
0432 747257
pascolini@catas.com