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1995: apre Catas Brianza

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Alberto Gelosa, l’uomo di “Catas Brianza”

È lui il “riassunto” della sede di Catas in Brianza, dove ha iniziato a lavorare fin dagli inizi di questa esperienza, da quando il laboratorio di Lissone venne acquisito da Catas. Il perché e il “percome” di questo matrimonio, come si dice, lo raccontiamo altrove: qui ci interessa approfondire i pensieri, i ricordi, le fatiche e i successi di cui Alberto Gelosa, in qualità di responsabile del laboratorio, è stato testimone.
 
Ho iniziato questa avventura il 2 gennaio 1996: la sede di Lissone era stata acquisita da qualche mese e io conoscevo bene Catas, con il quale avevo rapporti per l’azienda dove lavoravo occupandomi di qualità, di prove, di normative.
Appena finite le vacanze di Natale partii per Udine: arrivato in stazione trovai il direttore, Andrea Giavon, che era venuto a prendermi per una settimana di “full immersion” nella sede di San Giovanni al Natisone.
Superfluo dire che la “casamadre” era assolutamente diversa dalla filiale acquisita oramai venticinque anni fa da FederlegnoArredo: c’era molto da imparare nelle mie giornate friulane e, al tempo stesso, pensavo a quanto ci fosse da migliorare a Lissone, un laboratorio con poche attrezzature e personale che non aveva certo tutta la formazione e la competenza necessaria per misurarsi con una clientela esigente e preparata come quella della Brianza del mobile.
Ricordo che a Lissone incontrai Barbara Casartelli, che per qualche anno continuò a lavorare in Catas Brianza e con la quale condivisi i primi, complessi tempi… per fortuna – a poco a poco, ma poi a ritmo sempre più veloce – le cose iniziarono a cambiare, il laboratorio a trasformarsi…
 
Oggi in Catas Brianza lavoriamo in quattro. Facciamo prove sul prodotto finito, per buona parte le stesse che si fanno in Friuli, offrendo l’esperienza, la competenza, la qualità del più importante laboratorio europeo anche alle aziende della Brianza e della Lombardia più in generale. La nostra particolarità, rispetto ai laboratori di San Giovanni, sono le prove sulle pareti divisorie e sulle porte. È la nostra specializzazione, così come le prove sui materassi: Catas Lissone è stato il primo laboratorio in Italia a fare questo tipo di test, un primato che ci aprì anche le porte di alcune trasmissioni televisive”.
 
Gli inizi, lo ripeto, non sono stati facili: decidemmo subito di fare a Lissone solo una parte delle prove del catalogo di Catas, lasciando per qualche tempo in disparte imbottiti e sedute. Credo sia comunque opportuno specificare che Catas è sempre stata una realtà unica e che qualsiasi prova ci fosse richiesta veniva effettuata a San Giovanni, se non era ancora possibile farla da noi. Si trattava solo di affrontare qualche difficoltà logistica in più, ma abbiamo sempre ragionato come se fossimo un “corpo” unico: a Lissone eravamo già perfettamente attrezzati per le prove sui tavoli, sui mobili, sui contenitori e il resto si mandava in Friuli.
La situazione rimase così per qualche anno, ma a poco a poco diventammo un vero e proprio “duplicato” di San Giovanni, tranne le eccezioni che ho già citato. Per le aziende lombarde significava poter avere una risposta più veloce e un servizio “di prossimità” che molti impararono ad apprezzare”.
 
Stavo per dimenticare un’altra, importante specializzazione: il laboratorio di Lissone è stato il primo in Europa a eseguire prove statiche di resistenza al vento delle tende da sole. Fu un altro momento importante, che ci permise di dimostrare alle aziende del settore che potevamo essere dei partner di riferimento e, insieme, abbiamo certamente fatto molto per migliorare le prestazioni di questi prodotti.
Siamo in prima linea anche nei test sugli ausili per disabili, una terra di confine fra il mondo dell’arredamento e gli articoli sanitari, un territorio che abbiamo imparato a presidiare per quanto, come si può ben immaginare, non ci sia una richiesta fortissima”.
 
La sede di Catas Brianza è sempre stata la stessa, in via Braille a Lissone, dove abbiamo iniziato nei locali che avevamo affittato e che nel 2006 abbiamo acquistato. Un passo importante, perché finalmente ci sentivamo a casa nostra e, al tempo stesso, potevamo dare il via a una serie di miglioramenti sostanziali e a quegli interventi di ristrutturazione che oggi ci permettono di lavorare di più e meglio.
Anche qui, come a San Giovanni in tempi decisamente più recenti, abbiamo dovuto fare i conti con un incendio che ha distrutto tutto: era il 1998 e avrebbe potuto essere la fine di questa esperienza nella quale, ammettiamolo, non erano in tanti a credere. I mobilieri brianzoli guardavano con un malcelato fastidio a questi “friulani” che venivano a casa loro a testate i loro mobili, a vedere se erano ben fatti; d’altra parte il laboratorio di Lissone richiedeva investimenti importanti per essere portato al livello di San Giovanni e in Friuli non tutti erano convinti che fossero soldi ben spesi. Insomma, fu una stagione di grande complessità, per quanto prima Angelo Speranza e poi Andrea Giavon continuassero a crederci e a sostenerci.
Oggi siamo un laboratorio perfettamente attrezzato, con circa 2mila metri quadrati di spazio a disposizione nei quali sono state collocate le stesse attrezzature e gli stessi dispositivi di prova che si possono trovare in Friuli. Realizziamo circa il 15 per cento del fatturato di Catas con una sessantina di macchine, grazie alle quali possiamo effettuare circa 6mila prove all’anno. Sui materassi, lo ribadisco, siamo degli specialisti assoluti e abbiamo continuato a implementare le nostre attrezzature: credo proprio che nessuno possa smentirmi se dico che è anche grazie a Catas Brianza se oggi, in Italia e nel mondo, si dorme meglio!”.
 
Devo dire che la Brianza non ci ha dato tutte le soddisfazioni che ci aspettavamo. Ho già ricordato qualche “diffidenza”, a cui c’è indubbiamente da aggiungere una presenza sul territorio da un tempo decisamente più breve rispetto al “Triangolo della sedia”… ci misuriamo con una mentalità diversa: qui si è convinti di non avere bisogno di qualcuno che “provi” quello che viene costruito, per quanto i “grandi nomi” siano tutti nostri clienti. Le aziende di medie e grandi dimensioni, quelle che si misurano con l’export, lavorano con noi da tempo, perché per vendere nel mondo le prove, le certificazioni sono essenziali. Un messaggio di qualità che non siamo riusciti a trasmettere alle realtà più piccole, fra gli artigiani… ora la Brianza si è trasformata, ha cambiato radicalmente pelle, pagando i costi di una crisi che ha fatto molte vittime: chissà che questo non faccia comprendere quanto valore possa generare il lavorare insieme per guardare oltreconfine…”.
 
Fare parte di Catas è sempre stato un valore. Sento, sentiamo l’orgoglio di lavorare in una realtà che è un punto di riferimento nel settore a livello mondiale, una azienda che lavora con precise regole etiche, professionalità, e conoscenza. Un orgoglio che vediamo, poco a poco, espandersi nel territorio, nelle istituzioni territoriali, fra le tante aziende che in questi 25 anni di Catas Brianza hanno indubbiamente compreso che – lavorando insieme – possiamo scambiare esperienze, crescere, affrontare nuove sfide. C’è una parte di questa terra di legno e di mobili che ha compreso che non è più possibile lavorare “come una volta”, che si deve guardare al mondo con le regole che il mondo impone: questo potrebbe indubbiamente costituire un punto di svolta anche per noi”.