1999 - 2011. Roberto Snaidero. Guardando più lontano...
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Quella di Roberto Snaidero è stata la più lunga presidenza di Catas: l’imprenditore friulano, infatti, è stato alla guida del laboratorio dal 1999 al 2011. Una presidenza forte e di rilievo, perché stiamo parlando di una personalità indubbiamente forte e di un personaggio che ha navigato e naviga i tempestosi mari del mondo dell’arredo sia a livello nazionale che internazionale. Sempre ad altissimi livelli….
“Ricordo molto bene quando mi proposero di assumere la presidenza di Catas: fu Enrico Bertossi, allora presidente della Camera di commercio, a chiedermi se fossi disponibile. Ammetto che ci pensai un poco, perché in quel tempo ero già presidente di Federlegno Triveneto e gli impegni non mancavano, ma ero molto curioso di guardare più dall’interno una realtà che conoscevo molto bene come “utente”, una struttura tecnica di primissimo piano che mi ritrovai a immaginare come società di servizi con la quale poter creare qualcosa di nuovo…. in breve accettai.
In fondo sentivo di doverlo fare, di dover aggiungere questa esperienza alla mia vita che è sempre stata in questo mondo del mobile: sono nato nel legno, mio padre era un falegname e ho vissuto in prima persona tutta la storia della Snaidero. Penso di essere uno dei pochi ad avere partecipato a tutte le edizioni del Salone del Mobile di Milano, pur in vesti diverse…”.
“Perchè sono venuto in Catas? Perché ho pensato di poter dare il mio contributo: nel 1999, quando ne diventai presidente, il “Triangolo della sedia” era una forza a livello internazionale, espressione di una industria che produceva una quantità incredibile di sedie che prendevano la strada del mondo. Sapevo molto bene che era da questo contesto che Catas aveva preso vita, ma volevo capire se si potesse dare dare o meno un’impronta più “vasta”, essere meno “locali” e più “globali”… mi piacciono le sfide e questa pareva particolarmente affascinante e intensa.
Catas non poteva, non doveva limitarsi al “Triangolo”, ma aprirsi al mondo e credo di avere contribuito proprio ad accelerare questo processo, a far lievitare i rapporti con un crescente numero di realtà straniere.
E’ in quest’ottica che abbiamo lavorato per dare ancora più prestigio al nostro “Catas Award” e con “Notizie Catas” siamo diventati anche un po’ editori, sempre con l’intento di aumentare il numero degli strumenti che ci permettevano di farci conoscere di più e meglio, accrescendo il raggio della nostra azione.
Fui anche fortunato, perché con l’ingegner Speranza, con il dottor Giavon, con tutti i vertici del laboratorio c’era la massima intesa, una comunione di vedute che ci ha permesso di crescere e di investire, portando avanti importanti progetti di ampliamento e costruendo un nuovo laboratorio per le prove sul mobile e un nuovissimo e attrezzatissimo laboratorio chimico”.
“Catas ha sempre avuto ricchezza di valori umani e professionali assoluti. La sua vera forza è nelle persone che vi hanno messo tutta la loro passione e la loro conoscenza, qualità che ci avrebbero potuto portare ancora più lontano. Non nascondo che io e tutta la squadra abbiamo più volte immaginato di poter creare una struttura più grande e forte, magari aggregando altre realtà più o meno vicine… Catas è il più importante laboratorio europeo per numero di prove, ma pensi quali altri primati avremmo portato a casa se avessimo potuto vantare una struttura più adeguata al confronto con il mondo intero.
Fosse stata una impresa a tutti gli effetti, non avesse avuto partecipazioni pubbliche, avrebbe potuto essere più facile? Non lo so e credo che non lo sapremo mai, ma in ogni caso si è fatto davvero moltissimo e moltissimo si continua a fare”.
“Conosco molto bene il mondo imprenditoriale del legno: sono stato presidente anche di FederlegnoArredo, il sindacato che raggruppa moltissimi degli imprenditori della filiera ed è il secondo socio per importanza nella compagine di Catas; il rapporto fra Catas e Fla è sempre stato buono e credo abbia portato frutto, anche se è sempre possibile fare meglio…
Certo, riprendendo il discorso di poco fa posso dire che mi sarebbe piaciuto che la mia presidenza fosse ricordata per l’unificazione con altri laboratori: credo si possa raccontare che nel tempo si sia valutata l’opportunità di una “intesa forte” con Cosmob, un’altra realtà di cui FederlegnoArredo è partecipe, ma sono centri che hanno storie diverse e anime diverse… pensi, però, cosa potrebbe significare avere Catas a San Giovanni e Lissone, Cosmob a Pesaro, e vederli lavorare veramente all’unisono… quali potenzialità potrebbero esprimere a favore di tutta la filiera e che potenza di fuoco avremmo oltreconfine!”.
“Catas è sempre un passo avanti. È “4.0”, e credo sia il miglior complimento che possa fare a questa realtà che ho avuto l’onore di presiedere. Non si ferma davanti a nulla e l’inaugurazione del nuovo laboratorio mobili ne è la più concreta riprova. È una azienda che “ha la testa”, come mi piace ripetere, perché vi lavorano persone che hanno l’intelligenza e la volontà di migliorarsi continuamente. Il nuovo laboratorio è qualcosa di bellissimo, di incredibile e mi piacerebbe che venissero da tutto il mondo a vedere cosa queste persone sono state capaci di fare…”.
“Andare oltre le origini, superare il tracollo del “Triangolo della sedia” non è stato certamente facile, ma nessuno si è perso d’animo. Per questo credo si possa parlare della “friulanità” di Catas, del suo esprimere una volontà di fare, di andare oltre, di mostrare nelle cose che si fanno orgoglio e al tempo stesso una “elegante modestia”… questo non sminuisce la sempre più forte e convinta visione del mondo che i tecnici e i responsabili hanno, così come il contributo fondamentale della squadra che lavora nella sede in Brianza, un altro patrimonio di eccellenza assoluta che meriterebbe di essere ancor più valorizzato dalle imprese del territorio.
Mi piace poter pensare che una parte del merito per il successo di Catas sia da ascrivere alla volontà di dare una svolta che ha caratterizzato la mia presidenza: uno dei miei primi obbiettivi, condiviso con Catas tutto, è stato spingere sulla vocazione “più commerciale”, se mi passate questa definizione, indispensabile per andare oltre la sedia e allargare il bacino della propria clientela.
Un altro valore è la grande serietà di tutta la squadra e l’impegno nel garantire la stessa coerenza, la stessa competenza, la stessa autorevolezza ovunque fosse chiamata, in qualsiasi angolo del mondo, con una conoscenza non solo delle tecniche, ma delle leggi, delle normative, delle consuetudini, delle specificità di ciascun Paese”.
“Certo che mi piacerebbe fare ancora il presidente di Catas! Ho vissuto molto intensamente questo settore, come ho già sottolineato, e i tantissimi cambiamenti che lo hanno radicalmente trasformato. I nostri concorrenti, oggi, sono dall’altra parte del mondo ed è indispensabile che il nostro punto di vista cambi radicalmente, che l’obbiettivo prioritario sia una normazione coerente e sempre più universale, così da creare riferimenti, comportamenti e modi di pensare che consentano agli imprenditori di muoversi in ciascun Paese del mondo con uguali opportunità. Questa è la sfida di importanza assoluta nella quale Catas investe ogni giorno!”.